mercoledì 6 febbraio 2013

Lettera aperta a Luciano Bruschini


Lettera aperta al  Sindaco di Anzio,
Luciano Bruschini

Caro Signor Sindaco,

seppur nella diversità che ovviamente ci deve essere fra Lei e Noi, su visioni politico-programmatiche inerenti il futuro della città che si trova a guidare dall’aprile 2008, noi, esponenti del Partito Democratico di Anzio, abbiamo sempre rispettato il suo ruolo ed il suo lungo corso politico nello scenario locale, che l'ha vista nel corso del tempo ricoprire importanti incarichi amministrativi nella nostra città.

Vogliamo, con la presente, comunicarLe la nostra preoccupazione per un clima che mette a  disagio e rende poco agibile il normale svolgimento della vita democratica  nella nostra città.
Le ragioni sono molteplici e probabilmente sono in parte dipendenti da situazioni che lei ha ereditato dalla precedente amministrazione comunale:  tutto inizia dalla condanna con sentenza definitiva per danno erariale, di alcuni suoi Assessori, per via di una vicenda risalente alla precedente Giunta De Angelis. Sentenza comminata dalla Corte dei Conti, che a sua volta, ha prodotto una situazione di incompatibilità verso l’incarico attuale, del suo vice-sindaco e “ancora” assessore alle Politiche ambientali, Patrizio Placidi.

Poi i misteriosi episodi di intimidazione, a colpi di arma da fuoco, sui cancelli dell'Assessore stesso.
A questa vicenda, se ne è aggiunta un'altra, come quella che ha portato agli arresti domiciliari il suo assessore ai Servizi sociali e  una sua dirigente per via di una indagine in cui emergono inquietanti scenari, ma su cui la magistratura farà il suo corso.

Si è permesso ad un'ex consigliere di interrompere la seduta di uno degli ultimi consigli comunali, episodio mai verificatosi prima d'ora, svilendo ed umiliando l'intera assemblea, ma soprattutto il ruolo del suo Presidente e del Sindaco.

 E se tutto questo già poteva essere considerato dannoso per il più funzionale esercizio del suo ruolo, indubbiamente l’ultimo episodio di cui lei stesso ha ammesso lo svolgimento effettivo ( il diverbio che è andato oltre le considerazioni verbali, tra l’Assessore al Commercio e il Direttore Generale del Comune e che è sfociato in una aggressione fisica del dirigente da parte dell'Assessore), sono i segnali evidenti, di un "corto circuito" all'interno della sua amministrazione.

Proprio, per questi motivi, Noi, esponenti del Partito Democratico di Anzio, riteniamo che lei in questi ultimi mesi stia vivendo con malcelata sofferenza, il suo ruolo.

Questo fa avvertire un clima in cui le istituzioni del nostro comune, sembra, siano ostaggio di comportamenti ricattatori, che stanno condizionando il normale svolgimento della vita democratica.
Indubbiamente, come Lei ha anche affermato con un comunicato alla stampa, certi episodi non sono nuovi nella storia delle amministrazioni comunali di Anzio guidate dal  centrodestra negli ultimi 15 anni, e hanno radici nella precedente giunta.

Ma proprio, per la sua “estraneità”, che lei spesso sottolinea, a certi modi di agire e a certi meccanismi, Noi riteniamo che lei possa compiere il suo servizio migliore per i cittadini di Anzio e infine, per se stesso, rassegnando le dimissioni dalla carica di primo cittadino.

Operi, così una distinzione, tra lei e chi invece vuole, con questi atteggiamenti, non solo portarla verso una sconfitta elettorale e politica, ma verso una umiliazione morale, in quanto la vuole accomunare a modi e metodi che lei ha sempre dichiarato non appartenenti al suo modo di concepire la politica, ma soprattutto il suo gesto potrebbe bloccare il processo degenerativo che temiamo stia investendo il tessuto sociale e politico della città.

Ci permetta di suggerirLe questa decisione, per lo più simbolica, visto che mancano pochi mesi alla conclusione del suo mandato, ma avrebbe un grande significato, come atto di discontinuità con il recente passato e creerebbe le condizioni per una normalizzazione della vita democratica.
Lei, così non dovrà soffrire per un incarico  che finora si è solo concretizzato nel cercare di dare risposte impossibili, come lei sostiene, a chi fa la fila davanti alla porta del suo studio a Villa Sarsina.
Per tutto questo le chiediamo di accettare  il nostro consiglio.

Rimetta in condizione, anche con un gesto simbolico, la cittadinanza, di giudicare politicamente la coalizione che l’ha sostenuta, in maniera neutra, nel prossimo appuntamento elettorale, il prossimo 26 e 27 maggio.

Il gruppo consiliare del Partito Democratico di Anzio

lunedì 4 febbraio 2013

«Faceremo na bella fontanella»


«Se mi votate faceremo naa bella fontanella». Così ha arringato la folla un politico di Anzio in vista delle prime elezioni libere e democratiche dopo la caduta del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale. Chi era presente a quel comizio ancora lo ricorda (chiedete a qualche “nonno” per averne la conferma) e oggi non si stupisce per ciò che sta accadendo. Per gli anziani, infatti, è già tanto se chi viene eletto liberamente riesce a portare a termine un compito “normale”; sono le nuove generazioni che “pretendono” troppo dai politici, che vogliono aiuti e opportunità concrete per realizzare i propri progetti, spesso ottimi e ambiziosi allo stesso tempo. Una fontanella in cambio di un voto, in fin dei conti, all’epoca poteva essere un buon accordo. Oggi no. Il mondo è cambiato. Sono cambiate le esigenze e le aspettative delle persone, è mutato il ruolo della politica nei confronti della società civile e anche quello del politico verso i suoi elettori. Purtroppo è cambiato anche il valore economico della politica: ci sono sempre maggiori fondi, poltrone, opportunità che fanno gola alla “casta eletta democraticamente”. Peccato che sul Mare di Roma ci sia ancora qualche politico che scambia l’aver realizzato qualcosa di “normale” per un motivo di vanto. Con tanto di cartelloni pubblicitari affissi all’entrata della città che lo ritraggono in bella mostra e fiero della sua opera. L’esempio più eclatante, non ce ne voglia, è quello del sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta, che ha pensato bene di vantarsi della realizzazione di un parco all’interno della propria città. L’informazione campeggia in bella vista nei pressi del centro sportivo Santa Barbara e ritrae il primo cittadino in compagnia di Zingaretti. La domanda sorge spontanea: ma non è normale realizzare un parco in città? A quanto pare la risposta, altrettanto spontanea, è no. Perché se si sceglie di puntare su questa opera per promuovere la propria azione di governo vuol dire che si ritiene la stessa qualcosa di straordinario. Ed il punto è proprio questo: siamo tornati ai tempi del «Se mi votate faceremo naa bella fontanella».

Mario

venerdì 21 settembre 2012

Vietato giocare sulla pelle degli studenti

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Vietato giocare sulla pelle degli alunni. Il messaggio è forte e chiaro e chi di dovere lo avrebbe dovuto già capire in maniera autonoma, senza doverlo scoprire dalle colonne di un giornale. Chi di dovere, ovviamente, sono le amministrazioni comunali e tutti coloro che, a vario titolo, prendo decisione che riguardano il futuro delle nuove generazioni del Mare di Roma. D’accordo, il momento economico non è semplice per nessuno, gli Enti locali non possono disporre di fondi troppo elevati e con quei pochi soldi che sono in cassa bisogna garantire un’elevata dose di servizi. Tra questi, però, quello scolastico dovrebbe essere uno dei più importanti. Anche nel caso in cui la priorità di una delle amministrazioni cittadine del litorale non sia questa, comunque, ci ripetiamo: vietato giocare sulla pelle degli alunni. Eh già, perché alcune decisioni, prese in certe stanze dei bottoni, hanno un sapore più politico che istruttivo agli occhi di quei genitori che affidano i propri figli per gran parte dell’anno e per gran parte della giornata a un’istituzione primaria come la scuola. Un esempio? Eccolo: la ripartizione dei distretti scolastici ad Anzio, con istituti vicini ma lontani a livello amministrativo.

Mario

domenica 15 luglio 2012

Mentalità mancante..


Manca sempre qualcosa per trasformare la realtà di un paese, in una città degna di questo nome. Ne è la dimostrazione il concerto tenuto ieri sera a Nettuno da Anastacia. Un evento che poteva essere ricordato per decenni, e che invece non ha ottenuto quel riscontro che tutti credevano. Una star internazionale come la popstar americana, abituata a folle oceaniche nei suoi concerti, si è trovata di fronte a poco meno di 1500 persone. Perché? Colpa di una mancata informazione a livello nazionale? Di un pubblico poco avvezzo a questo genere di eventi? Della concomitanza con il concerto all’Olimpico di Tiziano Ferro? Speriamo di no, perché una big della canzone internazionale come Anastacia non può e non deve temere la concorrenza di un buon cantautore come Tiziano Ferro. Entrambi avrebbero potuto far registrare il tutto esaurito. Così non è stato. E nonostante Anastacia abbia deliziato con una voce da brividi gli spettatori dello Steno Borghese, un evento di questa caratura passerà inosservato. Trascinando dietro di sé qualche strascico polemico. E’ giusto pagare decine di migliaia di euro una cantante per un’ora e mezza di spettacolo? Possibile pagare così tanto dei biglietti salvo poi tentare di far entrare il maggior numero di persone con sconti subito dopo l’inizio dello show? E ci si ritrova in un vortice di chiacchiere e pettegolezzi con soluzioni sempre pronte a portata di mano. Ma la quadratura del cerchio così non arriva mai. Nettuno non investe nel turismo con spettacoli di rilievo? Sbagliato. Nettuno spende per portare in città artisti del calibro di Anastacia? Sbagliato. Salvo poi trovarsi a discutere in un bar e ricominciare tutto daccapo. Non uscendo mai dall’ottica di paese. La sintesi credo sia giusto affidarla ad un vecchio adagio popolare che recitava così: “tra chi la vo’ cotta e chi la vo’ cruda….”
Cosimo

mercoledì 9 maggio 2012

"Ce l'ho messa tutta e spero di aver lasciato un buon ricordo"

Rivolgo un ringraziamento cordiale affettuoso a tutti voi per avermi seguito in questi anni importanti per la città, faticosi ma ricchi di soddisfazioni politiche ma anche umane. Per aver sempre seguito con attenzione il lavoro del Comune. 


Per quanto mi riguarda ho cercato sempre di essere disponibile più possibile e ho cercato di accettare come è giusto che sia in democrazia qualsiasi punto di vista. Non parlo del lavoro amministrativo che è agli atti e nel consuntivo che ho lasciato alla città, ma parlo solo del risultato che ritengo un successo importante, un successo dell’Amministrazione uscente. Credo sia stata premiata da parte dell’elettorato la buona amministrazione di questi anni e la stabilità amministrativa.


La nuova Amministrazione raccoglie l’eredità di un’Amministrazione che ha lavorato sodo in questi anni e che ha lasciato segni tangibili e che quindi è stata riconosciuta come una buona Amministrazione. Un punto nobile del lavoro di questi anni è sicuramente l’opera di liberazione del mare dal cemento con abbattimento di ben 102 unità abitative abusive sul lungomare e nelle aree di pregio; un primato difficilmente raggiungibile non solo da Ardea ma da altre Amministrazioni italiane. Anche la nuova Amministrazione dovrà perseguire quest’azione: liberare il mare dal cemento diventa obiettivo prioritario per chiunque voglia dare sviluppo alla città.


Sono felicissimo che non sia stata approvata nessuna lottizzazione urbanistica durante il mio mandato. Una cosa più unica che rara per Ardea: non è stata fatta speculazione edilizia. In una città dove è difficile occuparsi di urbanistica, il fatto che nessuna lottizzazione urbanistica si sia fatta in questi anni qualcuno potrebbe considerarlo come un segno di cattiva Amministrazione: io lo considero come un segno di buona Amministrazione perché Ardea ha bisogno di riqualificare ciò che c’è, non di aggiungere altro cemento.


Una cosa negativa di questi anni? Qualche colpo basso, quelli non li digerisco, ma divento tenace nell’assicurarmi le vittorie dopo. Mi piacciono le battaglie alla luce del sole, faccia a faccia. Tra le cose positive sicuramente il quotidiano affetto che la gente mi ha sempre manifestato anche in questa campagna elettorale, sia amici che avversari.
Credo che su questo territorio, e in particolare sul litorale, occorre ragionare su una politica che faccia crescere e sviluppare il territorio stesso; mentre Roma si cimenta nell’area metropolitana, i comuni del litorale devono farsi trovare pronti.


Ritengo che il Sindaco Di Fiori, conoscitore della politica, dovrà cercare non solo di tenere la sua maggioranza, ma anche allargarla soprattutto sulle questioni importanti. Noi in questi anni abbiamo approvato le opere pubbliche sempre all’unanimità, anche con il voto dell’opposizione. Al nuovo Sindaco consiglio di far andare di pari passo mediazione politica e questioni, per il bene della città.


Ho dedicato a questa città anni della mia vita e l’ho fatto con amore. Ce l'ho messa tutta, spero di aver lasciato un buon ricordo e sono onorato di aver rappresentato i cittadini di Ardea. La città è cresciuta e progredita pur tra mille difficoltà riuscendo a intraprendere la giusta strada verso il riscatto economico, sociale e culturale.


Carlo Eufemi
ex sindaco di Ardea

mercoledì 2 maggio 2012

Numeri, lacrime e sangue...

Lacrime e sangue. Quando la crisi economica è iniziata, nessuno pensava che a distanza di un anno le cose potessero peggiorare, ma la sensazione oggi è quella che l'Italia sia ancora molto lontana dal quel benessere che molti si auguravano con l'avvento di Mario Monti alla Presidenza del Consiglio. la reintroduzione della vecchia Ici sugli immobili, un'ondata infinita di microtasse e l'aumento dell'Iva dal 20 al 21% (e non è detto che ad ottobre non si arrivi al 23%) hanno reso il Paese fragile. E qui non si parla di immagine europea, della forza che l'Italia può o deve mostrare a livello internazionale, ma più semplicemente della percezione che imprenditori e gente comune hanno di ciò che sta accadendo. E veniamo al concetto di lacrime e sangue. Famiglie distrutte, aziende quasi costrette dalla crisi al licenziamento della forza lavoro, 1 maggio trasformato da festa dei lavoratori in festa dei disoccupati, ed una valanga di suicidi dettati dalla crisi. Decine e decine di imprenditori arrivati a togliersi la vita in pochi mesi perché non riuscivano più a sopportare il fardello che portavano dentro. La chiusura quasi forzata della propria azienda, decine di famiglie sul lastrico, e la sensazione di non aver costruito nulla in decenni di fatica. Neanche l'eredità da lasciare ai propri figli, se non una montagna di debiti. E al Governo si discute ancora di tagli, di tasse da aumentare, di sacrifici economici da chiedere inevitabilmente agli italiani. E chissà se qualcuno avrà il tempo di accendere la tv, o di sfogliare un giornale. Se in Italia non si sta ancora assistendo a scene di delirio come in Grecia, la realtà da queste parti è ancora peggiore. Poca confusione, nessuno slogan urlato ad alta voce da milioni di persone, ma decine di suicidi silenziosi, milioni di lacrime versate da famiglie distrutte. E un'eco di dolore che ha unito Nord e Sud. Un "urlo silenzioso" pronto a varcare le pareti di Palazzo Chigi, infilandosi nei corridoi per svegliare le menti di chi gioca con i numeri. In fondo chissà, anche la Casta ha un'anima.

Cosimo

giovedì 26 aprile 2012

"Viva Anzio, viva l'Italia, via la Liberazione"


Saluto le autorità politiche, civili, religiose e militari, le Associazioni combattentistiche e d’arma, la Banda della Città di Anzio e tutti i cittadini che sono intervenuti a questa importante iniziativa che celebra il 67° Anniversario della Liberazione d’Italia. 
Il 25 aprile è un’importante commemorazione, in quanto costituisce una tappa fondamentale della storia del nostro Paese ma è da considerarsi anche una Festa che ci vede uniti all’insegna della Libertà e della Democrazia.
La Festa della Liberazione, inoltre, vuole anche celebrare l’importante ed essenziale contributo dato alla Resistenza dai nostri Partigiani per un’Italia libera. Non dobbiamo allo stesso tempo dimenticare i nostri tanti soldati che, dopo l’8 settembre, pur in una complessa situazione, senza tentennamenti, si sono schierati dalla parte della libertà e per un’Italia unita, con una sola bandiera: il nostro Tricolore.
Allo stesso tempo vogliamo anche ricordare l’apporto delle truppe alleate, che si immolarono a difesa dei nostri stessi ideali di libertà e di democrazia, anche con il sacrificio della propria vita.  
In quel contesto storico non dobbiamo dimenticare il sacrificio di tanti cittadini di Anzio che, con grande dignità, seppero sopportare enormi sacrifici tanto da meritare la Medaglia d’Oro al Merito Civile che, con orgoglio, è visibile sul nostro Gonfalone.  
Un pensiero ed un ringraziamento vogliamo rivolgerlo alle nostre Forze Armate che, con grande professionalità e sacrificio, sono impegnate nei vari teatri del mondo a difesa della dignità, della libertà e della pace di quei popoli.
La Festa della Liberazione ci deve vedere uniti nei valori fondanti della nostra Nazione, evidenziati nella nostra Costituzione Repubblicana in cui TUTTI ci dobbiamo riconoscere…. Valori della libertà di parola e di pensiero, di libertà di associazione, di libertà di religione, di diritto al lavoro ed alla casa: sulla base di questi valori si fonda l’Italia moderna.
Da tutto questo nasce, dopo gli anni della ricostruzione, il grande sviluppo dell’Italia unita.
Con lo stesso spirito dei nostri Padri, dai quali noi tutti dovremmo prendere esempio, abbiamo necessità di ripartire con un rinnovato e determinato slancio per dare un futuro migliore alle nuove generazioni.   
E’ da condividere l’intervento del Presidente della Repubblica che ha invitato tutte le istituzioni, le forze politiche e le associazioni all’affermazione di uno spirito unitario nelle celebrazioni del 25 aprile. 

«Nella Costituzione – ha detto il Presidente – possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni dal 43 al 45, quanti ne hanno una diversa memoria ed esperienza personale o quanti ne hanno giudizi acquisiti. L’eredità spirituale e morale della Resistenza e la lotta per la Liberazione d’Italia, vivono nella Costituzione: Carta fondante della Repubblica, pietra miliare del nostro agire comune e della nostra identità nazionale».
Viva Anzio, Viva l’Italia, Viva La Liberazione.

Il sindaco di Anzio
Luciano Bruschini